mercoledì 28 maggio 2014

La relazione di Pier Paolo Soldaini all'ITForum 2014 di Rimini (seconda parte).


Come promesso ieri continuiamo la pubblicazione che rappresenta la sintesi del mio intervento della scorsa settimana all'ITForum 2014 di Rimini in materia di volatilità e opzioni sull'indice Ftse Mib. Ieri, nella PRIMA PARTE, abbiamo messo in evidenza i risultati reali che abbiamo ottenuto sul campo tra ottobre e dicembre 2013 con l'implementazione di una RATIO PUT SPREAD sull'indice Ftse Mib. Gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti dato che l'indice Ftse Mib ha effettuato con precisione chirurgica la correzione che ci attendevamo passando da 19300 punti circa di ottobre ad appena poco più di 18000 il 20 dicembre, con un'escursione massima al ribasso fino a 17750 punti. Con questo movimento la strategia ha dato il massimo risultato in termini di guadagno: circa 1000 punti ottenuti su ognuna delle due PUT 19000 dic. 2013 acquistate, mentre le cinque PUT 18000 dic. 2013 vendute sono scadute prive di valore, oltre ai 72 punti ottenuti con l'apertura della posizione. Non solo l'indice Ftse Mib ha raggiunto il nostro target nei tempi previsti, ma lo ha fatto anche nel modo migliore, cioè congestionando attorno ai 19000 punti per circa un mese e scendendo solo a partire dagli ultimi giorni di novembre. E' bene precisare che è rilevante non solo il raggiungimento del target nei tempi previsti, ma anche il percorso che il sottostante va ad effettuare per raggiungere quel target.

A questo punto ci domandiamo che cosa sarebbe accaduto se l'indice si fosse comportato in modo diverso, e cioè se avesse seguito un altro percorso per raggiungere l'area dei 18000 punti, se fosse ad esempio crollato improvvisamente sotto quota 18000 punti nei giorni immediatamente successivi all'apertura della posizione, aumentando notevolmente la volatilità di breve periodo, per recuperare successivamente quel livello. 

Quando si esaminano i diagrammi di PAYOFF delle strategie a scadenza, rappresentati dalle linee spezzate che mettono in relazione i profit-loss con i movimenti del sottostante, si fa sempre riferimento ad una situazione statica: si proiettano i risultati avanti di due mesi direttamente alla scadenza. Le eventuali variazioni del sottostante (in questo caso l'indice Ftse Mib) durante l'arco di questi due mesi producono variazioni nel valore della struttura delle opzioni (in questo caso la RATIO PUT SPREAD) ben diverse dagli scenari prefigurati dalle linee spezzate a scadenza

In particolare: il valore della struttura delle opzioni tenderà a muoversi su una serie di curve e non sulle linee spezzate, poichè: 

la relazione tra il prezzo delle opzioni e il valore del sottostante è di tipo NON LINEARE

Il prezzo di un'opzione inoltre è FUNZIONE NON LINEARE di una serie di variabili che sono:

1) Il PREZZO dell'attività sottostante

2) La VOLATILITA' implicita

3) Il TEMPO residuo alla scadenza

Il TASSO D'INTERESSE è trascurabile per orizzonti temporali di breve termine, mentre lo STRIKE PRICE è FISSO e viene stabilito alla data di apertura del contratto.


Per comprendere meglio questo concetto osserviamo il PAYOFF DINAMICO di una struttura RATIO PUT SPREAD con rapporto 2 a 1, che viene indicato nel seguente diagramma. La curva verde rappresenta il payoff dinamico a pochi giorni dopo l'apertura della strategia, cioè a circa due mesi dalla scadenza, la curva marrone rappresenta invece il payoff della struttura ad un mese dalla scadenza, mentre la curva viola quello a 15 giorni dalla scadenza. Con il trascorrere del tempo la curva tende dunque ad approssimarsi alla spezzata, e la raggiunge esattamente nel giorno della scadenza (in questo caso il 20 dicembre). Si intuisce chiaramente che un repentino crollo del valore dell'indice Ftse Mib da 19000 a 18000 nei primi giorni dopo l'apertura della posizione, mi fa scivolare il valore in territorio negativo e in maniera sempre più veloce se la discesa dovesse continuare fino a 17000 punti e oltre. Invece a 15 giorni dalla scadenza una correzione a 18000 mi genera già un profitto di circa 400 punti (poichè mi muovo sulla curva viola).

Un'altra considerazione importante da fare è quella sulla VOLATILITA' IMPLICITA: se l'indice crolla velocemente nel breve periodo, la curva stessa si sposta più lontano dalla spezzata (cioè più in basso) accentuando ancora di più la perdita. Questo succede perchè il mercato tenderà ad attribuire più valore alle opzioni PUT in un momento in cui l'indice azionario sta ritracciando velocemente, e quindi a scontare nel prezzo delle opzioni stesse una volatilità più elevata rispetto a quella storica o comunque rispetto a quella media implicita. Il mercato si attende cioè un aumento della volatilità ed è disposto a pagarla implicitamente nel prezzo delle opzioni stesse.

Quindi riepilogando:
 
Situazione Peggiore

E’ la possibilità di una veloce correzione dell’indice
nel breve periodo (prime due/tre settimane)

Il valore della struttura si muoverebbe indietro sulla curva, e la curva stessa schizzerebbe più lontana dalla linea spezzata per l’effetto VOLATILITA’

Elevata perdita POTENZIALE (non realizzata)
nello spazio di pochi giorni
 

E' bene comprendere che in ogni caso la perdita sarebbe SOLO POTENZIALE, e non realizzata, poichè avremmo ancora davanti a noi circa due mesi di tempo fino alla scadenza. Ovviamente in questo caso non si potrebbe rimanere fermi a guardare sperando che l'indice riprenda e torni verso i 18000 proprio a ridosso della scadenza, perchè il mercato potrebbe ad esempio continuare a vendere e l'indice potrebbe dunque finire molto più in basso.

A questo punto ci poniamo la seguente domanda:
 
Esiste la possibilità di evitare la perdita potenziale in caso di crollo improvviso dell’indice nel breve periodo mantenendo tutte le altre caratteristiche della strategia?


CERTO! Esiste la possibilità di apportare delle modifiche alla struttura in corso d'opera, interventi denominati AZIONI CORRETTIVE che sono di tue tipi:

EX POST - Si interviene modificando la struttura della strategia dopo l’improvvisa correzione dell’indice.

EX ANTE - Si crea già dall’inizio, in via preventiva, una strategia con STRUTTURA IMMUNE alle variazioni dell’indice.
  E' chiaro che la scelta migliore si orienterà verso il secondo tipo di azione correttiva che consiste nell'implementazione di una particolare struttura di ratio put spread denominata:
GAMMA-DELTA NEUTRAL 

che risulta IMMUNE alle eventuali variazioni di prezzo del sottostante (indice Ftse Mib) nel BREVE PERIODO e per intervalli di VALORI CIRCOSCRITTI e predeterminati. L'illustrazione e l'analisi di questa particolare struttura di opzioni esulano dal presente lavoro.
Coloro che fossero interessati all'approfondimento di questa tematica possono contattarmi al seguente indirizzo di posta elettronica:

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