martedì 27 maggio 2014

La relazione di Pier Paolo Soldaini all'ITForum 2014 di Rimini.

 

Il 25 ottobre scorso, nella conferenza sulle opzioni tenuta in occasione del TOL Expo' di Milano, avevamo ipotizzato una congestione dell'indice Ftse Mib e un riaggiustamento dei valori verso il basso, in un'area compresa tra i 17000 e i 18000 punti, e ci eravamo chiesti quale poteva essere la strategia migliore per coprire un portafoglio azionario (che replica il paniere Ftse Mib con buona approssimazione) a costo zero, generando eventualmente anche un extra-profitto consistente. La strategia proposta era una Ratio PUT spread che implicava il massimo rendimento in caso di correzione del Ftse Mib attorno a quota 18000 punti in prossimità del 20 dicembre 2013 (data di scadenza delle opzioni stesse). La correzione dell'indice azionario italiano, verificatasi tra il 25 ottobre e il 20 dicembre è stata, proprio come ci si attendeva, a ridosso dei 18000 punti e la strategia ha dato i massimi risultati. In occasione del convegno ITForum 2014 di Rimini della scorsa settimana (22 e 23 maggio) abbiamo quindi deciso di presentare i risultati positivi ottenuti con l'implementazione della strategia proposta, facendo alcune considerazioni sugli altri scenari che avrebbero potuto verificarsi e sulle possibili analogie con la correzione del Ftse Mib avvenuta tra il 7 aprile e il 20 maggio 2014.

Facciamo un salto indietro e vediamo com'era la situazione dei principali indici azionari mondiali alla fine di ottobre 2013.

Situazione Indici Azionari (25 ottobre 2013)

USA - S&P500   e   Germania - DAX
Nuovi massimi storici rispettivi 1760 e circa 9000 punti
Trend primario positivo – Trend positivo di breve/medio

Italia - Ftse MIB
Nuovi massimi relativi degli ultimi due anni 19470 punti
Trend primario neutro – Trend positivo di breve/medio
 
L'indice azionario italiano Ftse Mib, a fine ottobre 2013, si stava già muovendo al rialzo a partire dal giugno del 2012 e, in base alle nostre valutazioni di allora, con buona probabilità era già iniziato un nuovo trend primario destinato a durare. Questo trend era stato segnalato molto efficacemente da una configurazione di bottom head & shoulders (testa e spalle rovesciato) confermata dal breakout della neck line in prossimità dei 18000 punti, e da una tendenza positiva in essere proprio dall'estate del 2012.
Considerando però che nel breve periodo l'indice si era mosso a ridosso della parte superiore di un canale rialzista iniziato nell'estate del 2013, evidenziando anche un forte ipercomprato di breve periodo sugli oscillatori stocastici, si riteneva molto probabile una correzione verso l'area dei 18000 punti, cioè un classico movimento di pullback tecnico a verifica della neck line precedentemente superata.  


Dunque l'investitore che aveva costruito un portafoglio azionario tra l'estate 2012 e quella del 2013 poteva trovarsi con un profitto variabile tra il 30% e il 50%.

Un investitore di questo tipo si trova sempre di fronte al solito DILEMMA:

DILEMMA INVESTITORE 

1) SE liquido le posizioni e monetizzo il profitto - Rischio di NON PARTECIPARE all’eventuale rialzo

2) SE rimango investito nel mercato - Rischio di PERDERE quanto guadagnato in caso di storno

L'investitore che avesse voluto semplicemente coprirsi dal rischio di un arretramento dei corsi azionari, ad esempio una correzione del valore dell'indice Ftse Mib da 19300 a 18000 punti nell'arco dei successivi due mesi, avrebbe potuto acquistare una OPZIONE PUT sull'indice (MIBO) con STRIKE 19000 e scadenza dicembre 2013 al costo di 484 punti (prezzo del 21 ottobre 2013) pari a 1210 euro (ricordiamo che ogni punto di opzione vale 2,5 euro e quindi un contratto di opzione PUT copre, con l'indice Ftse Mib al valore di 19000 punti, un portafoglio del valore di 47500 euro). Il costo subìto dall'investitore è pari al 2,55% in due mesi, che su BASE ANNUA equivale ad un costo del 15,3%. Certamente un costo non trascurabile considerando che un'incidenza percentuale di questa entità potrebbe andare a neutralizzare e quindi ad annullare tutte le performance positive di un anno.

L'obiettivo che ci eravamo posti era quello di trovare una strategia di copertura alternativa che avesse un costo pari a zero e che fosse in grado di generare anche un profitto extra sul portafoglio azionario nel caso di una correzione del mercato attorno al 10%, in prossimità dei 17500/18000 punti, in un orizzonte temporale di due mesi. La strategia proposta era una RATIO PUT SPREAD scadenza dicembre 2013 sugli strike 18000 e 19000, con rapporto di 5 a 2. Per acquistare 2 opzioni MibO PUT strike 19000 dic. 2013 erano necessari 968 punti, che abbiamo finanziato con la vendita di MibO PUT strike 18000 dic. 2013. Dato che la seconda opzione quotava 208 punti era necessario venderne almeno 5 per generare un costo zero, o meglio, addirittura un cash flow positivo, cioè un incasso netto di +72 punti (208 x 5 = 1040; 1040 - 968 = 72) pari a 180 euro. Nel caso di un ribasso dell'indice la prima opzione PUT acquistata copre il portafoglio neutralizzando la perdita, mentre la seconda opzione PUT acquistata genera un profitto. Le cinque opzioni PUT vendute sullo strike 18000 finanziano l'intera operazione.

Il PAYOFF a SCADENZA della strategia è evidenziato dal grafico seguente:

(Clicca per ingrandire)
Se l'indice Ftse Mib avesse continuato a salire nei due mesi successivi, la performance del portafoglio sarebbe rimasta intatta, anzi, lievemente migliorata grazie al cash flow positivo iniziale di +72 punti (180 euro). In caso di correzione dell'indice fino a 17750 punti, non solo la perdita di portafoglio sarebbe neutralizzata, ma si sarebbe generato anche un profitto extra variabile tra i 180 e i 2680 euro (massimo in corrispondenza dei 18000 punti). Solamente nel caso di valori inferiori a 17428 punti si sarebbero generate perdite peggiori rispetto a quelle del portafoglio azionario. Il break even della strategia è stato collocato, non a caso, proprio 572 punti sotto la soglia di supporto tecnico posta a quota 18000, la neck line del testa e spalle rovesciato, mentre il profitto massimo si realizza proprio sui 18000 punti (livello più probabile per l'eventuale correzione).

(Clicca per ingrandire)
Nel prossimo grafico si può osservare l'andamento dell'indice Ftse Mib tra il 21 di ottobre 2013 (data di apertura della strategia) e il 20 dicembre 2013, nello spazio compreso tra le due linee verticali grigie. Tra la fine di ottobre e la fine di novembre il mercato azionario italiano ha smesso di salire, e i valori del paniere Ftse Mib hanno cominciato ad oscillare attorno a quota 19000. Tra il 29 novembre e il 5 dicembre è arrivata la prima forte correzione verso i 18000 punti e, dopo un effimero rimbalzo, tra il 10 e il 12 dicembre è arrivata una nuova correzione fino a 17750 punti. L'indice si è poi riassestato attorno a 18000 proprio il 19 dicembre, a poche ore dalla scadenza delle opzioni. Questo significa che il prezzo delle cinque PUT strike 18000 VENDUTE tende a ZERO (dato che sono out of the money), mentre il prezzo delle due PUT strike 19000 ACQUISTATE sarà attorno ai 1000 punti ognuna (differenza tra il valore dell'indice e lo strike). La strategia ha dunque prodotto il massimo risultato possibile con un profitto lordo conseguito di circa 2000 punti, pari a circa 5000 euro. Il payoff totale considerando anche il portafoglio azionario (sul quale abbiamo perso circa 1000 punti, cioè 2500 euro) è pari a circa 2500 euro.

Ancora più interessante analizzare che cosa è accaduto ai prezzi delle due opzioni durante l'arco di tempo dei due mesi in relazione ai movimenti dell'indice Ftse Mib. Nel prossimo grafico potete vedere il prezzo reale (di mercato) della PUT strike 19000 (linea verde) e della PUT strike 18000 (linea rossa), mentre nella parte bassa abbiamo sovrapposto l'andamento del Ftse Mib tra ottobre e dicembre (grafico precedente). E' interessante notare che: 1) Durante il movimento laterale dell'indice entrambe le opzioni perdono valore in modo abbastanza uniforme. Questo comportamento del prezzo è dovuto al trascorrere del tempo che erode il valore di entrambe le opzioni; 2) Durante la prima correzione dell'indice tra il 29 novembre e il 5 dicembre l'opzione con strike 19000 si apprezza molto di più, e molto più velocemente, rispetto a quella con strike 18000, passando da 484 a 950 punti (+96%), mentre l'altra sale da 208 a 300 punti (+44%); 3) Durante la seconda correzione dell'indice tra il 10 e il 12 dicembre l'andamento del prezzo delle due opzioni continua a divergere notevolmente. La PUT 19000 sale infatti a 1200 punti (+148%), mentre la PUT 18000 non va oltre i 300 punti già segnti in precedenza (+44%). 
Questo effetto è attribuibile al fatto che la Put con strike price più elevato è diventata in the money con la discesa del sottostante (Ftse Mib) sotto quota 19000 punti, e quindi molto più sensibile ai movimenti di prezzo del sottostante (delta più elevato), mentre la Put con strike price più basso (la Mibo 18000) è rimasta out of the money, cioè meno sensibile al prezzo del sottostante (delta notevolmente più basso).

In data 12 dicembre avremmo potuto decidere di chiudere la posizione considerando che dalla vendita delle due Mibo Put 19000 avremmo incassato 2400 punti circa, mentre per il riacquisto delle cinque Mibo Put 18000 sarebbero stati necessari 1500 punti. Avremmo dunque realizzato un profitto di 900 punti pari a circa 2250 euro. Se invece avessimo scelto di chiudere la strategia sul primo movimento correttivo dell'indice Ftse Mib, quello effettuato nei primi giorni di dicembre, avremmo portato a casa un profitto meno elevato. Il 5 dicembre infatti la Mibo Put 19000 quotava circa 950 punti, mentre la Mibo Put 18000 si poteva riacquistare sempre attorno ai 300 punti, quindi un profitto pari a circa 400 punti (1900 - 1500) per un totale lordo di 1000 euro.

In entrambi i casi si realizza un profitto extra sul portafoglio pari ad esempio, nel primo caso, ad un +4,73% AGGIUNTIVO sul portafoglio azionario, che equivale ad un PROFITTO AGGIUNTIVO pari al +28,4% su BASE ANNUA

OBIETTIVO PIENAMENTE RAGGIUNTO
1) Abbiamo coperto il portafoglio azionario da un ribasso
2) Questa copertura è stata effettuata a costo ZERO
anzi abbiamo generato un cash flow positivo
di circa 180 euro all’apertura della posizione
3) Abbiamo realizzato un extra profitto sul portafoglio attorno al +5% in due soli mesi (+30% su BASE ANNUA)
Non solo abbiamo AFFRONTATO la VOLATILITA’, ma l’abbiamo SFRUTTATA a nostro vantaggio

Che cosa sarebbe accaduto invece se l'indice Ftse Mib fosse crollato improvvisamente sotto i 17428 punti, o comunque se fosse andato sotto questo livello entro la scadenza delle opzioni? Lo scenario sarebbe stato completamente diverso, e avremmo dovuto affrontarlo con delle particolari azioni correttive, che vedremo nella seconda parte di questo intervento nella pubblicazione di domani.

Per domande, chiarimenti, o semplice curiosità scrivi a: piersolda@libero.it

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