venerdì 21 settembre 2012

Sul Ftse Mib si deteriora il trend positivo di breve periodo.

Sul time frame settimanale si notano però importanti segnali di svolta: il trend negativo di lungo termine sembra essere alle spalle e il quadro tecnico adesso è neutro. Soglia di resistenza critica tra 17000 e 18000 punti.

I titoli del paniere Ftse Mib si sono ripresi circa il 37% della capitalizzazione di borsa in meno di due mesi, con il benchmark che è passato dai 12300 punti di fine luglio a quasi 16700 nei giorni scorsi. Questo tasso di crescita, in termini di sviluppo della curva in relazione al tempo, era difficilmente sostenibile. Nelle recenti analisi del mercato azionario italiano avevamo indicato un possibile target in zona 17000 punti, con livello di uscita per le posizioni in profitto a quota 16150. Il ritorno dei valori sotto quest'area ha fatto dunque scattare le prese di beneficio, e l'approfondimento della correzione sotto la soglia dei 16000 punti ha contribuito a deteriorare il trend positivo in essere da luglio. Vediamo quali potrebbero essere gli sviluppi nel brevissimo termine.

Esaminando un grafico a time frame orario possiamo meglio evidenziare il trend rialzista e la correzione delle ultime sedute. Tale correzione ha contribuito a generare una serie di massimi decrescenti (peraltro già interrotta con il lieve recupero di stamani) e ha portato alla chiusura del gap up lasciato aperto a 15785 lo scorso 6 settembre. A questo punto l'indice potrebbe effettuare un lieve recupero verso quota 16250 punti, esattamente sotto la base del canale ascendente rotto al ribasso ieri, mettendo a segno il più classico dei pullback, prima di riprendere la discesa. Tale configurazione verrebbe confermata dal test e mancato superamento di 16250 e dalla successiva ricaduta sotto 15750 punti. In questo caso l'obiettivo di brevissimo sarebbe individuabile a quota 15350 punti e il mercato azionario si sposterebbe verso una fase di breve periodo più neutra.

Adesso diamo un'occhiata al time frame giornaliero. Anche qui possiamo facilmente rilevare l'interruzione del trend positivo e la correzione delle ultime quattro sedute, movimenti che hanno consentito di scaricare l'ipercomprato sugli oscillatori più veloci (lo stocastico 5-3-3 si trova adesso in ipervenduto e sta per generare un nuovo segnale di rialzo). L'eventuale superamento dell'area 16250 potrebbe riportare il paniere a ridosso dei 16700 punti, livello che se non fosse oltrepassato lascerebbe pensare alla possibile formazione di un'altra classica figura d'inversione: un doppio massimo di breve termine. Tale configurazione sarebbe confermata dalla successiva ricaduta dei corsi azionari sotto 15750 punti, ma in questo caso le proiezioni sarebbero più in basso rispetto all'ipotesi precedente, e più precisamente in una fascia di valori compresa tra i 14700 e i 14850 punti (supporto statico e media mobile a 200 giorni).


Per quel che riguarda invece il time frame in un orizzonte temporale di più ampia portata, e cioè quello rappresentato da candele su base weekly, è possibile rilevare un primo importante segnale di svolta positiva. Questo vale sia per il grafico a sviluppo lineare che per quello a paraboliche evolventi.

Sul grafico lineare notiamo come, con il movimento ascendente di settembre, l'indice Ftse Mib si sia portato abbondantemente sopra la trendline negativa che andava a delineare la fase discendente in atto dal febbraio del 2011. Il quadro tecnico adesso è più neutro nel medio orizzonte temprale, con l'indice inserito in un range che possiamo comprendere con buona approssimazione tra 12300 e 17000 punti. Importante notare anche la netta divergenza bullish che si è formata sull'indicatore MACD tra il settembre dello scorso anno e il settembre 2012, configurazione che potrebbe anticipare un'importante svolta positiva del mercato in un orizzonte temporale molto ampio. Tuttavia la prima conferma arriverebbe con il ritorno stabile dei corsi azionari sopra l'area dei 17000/18000 punti, movimento che allo stato attuale appare decisamente prematuro, considerando proprio il veloce rimbalzo al quale abbiamo assistito nella seconda metà dell'estate. Per una crescita più solida dei prezzi sarebbe necessario un movimento di pullback tecnico verso la trendline citata, che nelle prossime settimane andrà a transitare nell'area dei 14000/14250 punti. Una correzione in questo senso, se dovesse verificarsi, sarebbe da interpretare come una nuova occasione di entrata in un'ottica di medio e lungo termine.

Infine sul grafico a paraboliche evolventi si individua chiaramente la gamba rialzista che ha portato l'indice Ftse MIB ad affrancarsi dal modello ribassista in essere da tre anni e mezzo (parabolica evolvente rossa sul grafico). Tale modello ha contribuito alla formazione di un probabile doppio minimo di lungo periodo nell'area dei 12300 punti, configurazione che va a delineare un bracket molto più ampio che definisce una zona di neutralità compresa tra 12300 e 24000 punti circa.


Passiamo all'operatività. Se siamo completamente scarichi sul portafoglio, perchè abbiamo preso profitto sulla recente discesa sotto i 16150 punti, possiamo attendere ulteriore debolezza dei corsi azionari. Verso quota 15350 è possibile ricominciare a pensare di ricostruire il portafoglio aprendo qualche posizione al rialzo, tenendo conto che la correzione potrebbe arrivare fino a 14700/850 in prima battuta e 14000/250 in un secondo momento, e dunque anche su questi livelli occorre avere disponibilità per cogliere l'eventuale occasione di acquisto. Se invece sono state mantenute delle posizioni in portafoglio dopo la recente correzione, l'eventuale ritorno del Ftse Mib nell'area 16250/700 sarebbe da interpretare come occasione per liquidare le posizioni rimanenti e portare a casa i profitti.

Se il mercato dovesse sorprenderci con il breakout dei 17000 punti non si potrebbe peraltro rimanere completamente scarichi, e in questo caso sarebbe opportuno tentare di aprire posizioni lunghe, ma con molta cautela, cioè con una percentuale minima del portafoglio, per cogliere un'eventuale ondata speculativa che andrebbe a spingere i corsi azionari fino a 18800/19000 punti.

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