giovedì 20 luglio 2017

La performance lorda totale del report operativo sale a +161,62% al 14 luglio 2017

In un arco temporale di quarantanove mesi (1° giugno 2013 – 14 luglio 2017) le operazioni long/short sui titoli azionari italiani hanno generato una performance lorda del +161,62%, sovraperformando nettamente il benchmark di riferimento, l'indice Ftse Mib, che ha realizzato nello stesso periodo una crescita del +21,9%.

La performance è calcolata tenendo conto che in ogni singola operazione è stato investito il 10% dell'intero capitale disponibile. Gli utili realizzati nelle singole operazioni si considerano reinvestiti nelle operazioni successive. I livelli di stop loss sulle posizioni si considerano rigidi e rigorosamente applicati. I livelli di profitto vengono consolidati seguendo una tecnica di tipo "trailing profit". Le performance si considerano al LORDO delle commissioni di negoziazione, che variano a seconda del broker di riferimento, della tassa sulle transazioni finanziarie - cosiddetta Tobin Tax, dell'imposta di bollo sugli strumenti finanziari, e ovviamente della tassa sul capital gain (attualmente al 26%), oltre ad ogni eventuale costo strettamente inerente al broker. Le performance sono invece al NETTO dello slippage, che è già compreso nei prezzi di apertura e chiusura delle singole posizioni.

Passiamo ad analizzare i dettagli del track record, precisando che tutte le operazioni NON sono state effettuate sulla base di un trading system (sistema automatico/meccanico di trading), ma tramite una METODOLOGIA di trading di tipo DISCREZIONALE basata prevalentemente su valutazioni personali con l'ausilio dell'analisi tecnica/quantitativa affiancata da strumenti di natura fondamentale. Tutte le singole operazioni sono state indicate nei report operativi settimanali, oppure direttamente tramite gli aggiornamenti infrasettimanali del blog e/o del profilo twitter, specificando chiaramente i livelli di entrata/acquisto e/o uscita/vendita allo scoperto, i livelli di stop loss, i livelli obiettivo su due target principali. L'esposizione su ogni singola operazione è stata pari al 10% del capitale totale (su un ipotetico capitale di centomila euro l'esposizione massima sulla singola operazione è di diecimila euro, che aumenta progressivamente all'aumentare del capitale), mentre la durata media di ogni singola operazione è stata di 6,09 giorni per una frequenza media di cinque operazioni effettuate ogni settimana.

Le operazioni profittevoli sono state il 42,53% del totale, mentre quelle in perdita sono state il 57,47%. Ciò che ha fatto la differenza è il profitto medio per le operazioni positive che è stato pari al +5,82%, a fronte di una perdita media delle operazioni negative del -2,01%, un ratio pari a 2,89 (ogni singola operazione positiva ha generato un profitto medio pari a circa tre volte la perdita media generata da ogni singola operazione negativa).
                                                  
Il massimo numero di operazioni consecutive in perdita è stato pari a nove operazioni, verificatesi nel febbraio del 2016, con una perdita sul capitale pari al 2,42%, mentre il massimo drawdown è stato pari al -3,69% e si è verificato tra il 16 aprile e il 7 luglio 2015. Il  numero delle operazioni long (acquisto) effettuate, 525 su 736 (71,33%), prevale nettamente su quelle short (vendita allo scoperto), 211 su 736 (28,67%). Interessante notare che, tra i long, la percentuale di operazioni profittevoli sale notevolmente: 45,14% positive contro il 54,86% negative, mentre tra quelle di vendita allo scoperto (short) le negative sono il 63,98% contro un 36,02% di positive.

Altra nota di rilievo che emerge dall'analisi del track record è il raffronto tra la performance del portafoglio azionario e il benchmark durante le fasi di correzione dell'indice Ftse Mib. Ci sono state sei fasi di correzione nel periodo considerato: le due di breve periodo tra la fine di ottobre e la metà di dicembre 2013, e tra l'inizio di aprile e la seconda metà di maggio 2014; e quella di medio periodo avvenuta tra l’inizio di giugno 2014 e il gennaio 2015. Nella prima fase l’indice Ftse Mib è sceso da +10% a +1,42%, mentre il portafoglio è salito da +15,4% a +21,3%. Nella seconda il Ftse Mib è sceso da +26,6% a +16,05%, mentre il nostro portafoglio è salito dal +35,3% al +39,3%. Nella terza il Ftse Mib è sceso da +28,8% a +3,52%, mentre il portafoglio è salito ancora dal +39,15% al +53,35%. Nelle altre due correzioni verificatesi nell’estate 2015 provocate dai fattori esogeni “crisi greca e cinese” con l’indice Ftse Mib passato da +35,95% a +19,7% (giugno) e da +36,9% a +16,8% (agosto), il nostro portafoglio ha mantenuto una performance costante attorno a +75%, che è salita a +86,33% alla fine di novembre 2015. La sesta fase di correzione è quella iniziata da novembre/dicembre 2015 e proseguita nei primi sei mesi del 2016. In tale periodo l'indice Ftse Mib ha perso oltre il -34,2%, mentre le operazioni indicate nel report operativo hanno continuato a realizzare performance positive con la valorizzazione del portafoglio salita dal +85,83% di inizio dicembre 2015 al +116,36% di luglio 2016. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’attento stock picking sui titoli e all'utilizzo complementare degli short a fianco dei long, che consente di sfruttare anche le fasi di ribasso per incrementare la performance totale del nostro portafoglio azionario.



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