giovedì 7 luglio 2011

L'oro come la conchiglia cauri. Un mito da sfatare.

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Qualcuno si diverte a raffrontare gli indici borsistici con il metallo “prezioso” per eccellenza: l’oro. L’esercizio in questione è tanto divertente quanto inutile, soprattutto se viene circoscritto a periodi di tempo limitati. Sull’inutilità della pratica scriveremo in altro articolo. Proviamo adesso ad osservare il grafico sottostante che rappresenta l’andamento del prezzo nominale dell’oro (linea spezzata gialla), e il suo valore “reale” (linea spezzata arancio), cioè deflazionato. Per costruire tale grafico abbiamo utilizzato i valori medi mensili per ogni anno di riferimento a partire dalla fine degli anni 60/inizio anni 70 (crollo del sistema valutario a cambi fissi o GOLD standard) ad oggi. Utilizzando i valori settimanali o giornalieri si otterrebbe un picco massimo (anni’70-80) un po’ più in alto, ma questo non influisce sul concetto che si intende esprimere. La sinusoide in colore verde è un’interpolazione tramite una funzione polinomiale di grado 6, che sintetizza bene l’andamento della curva del valore “reale” del metallo giallo negli ultimi quarant’anni. Ad un primo colpo d’occhio si può facilmente osservare che tutti coloro che avessero iniziato a tesaurizzare ricchezza sotto forma di oro a partire dagli anni ’80, avrebbero perso circa il 60% del potere di acquisto. Il prezzo dell’oro (nominale), dopo lo strappo al rialzo nella seconda metà degli anni ’70, ha infatti oscillato attorno ai 300 dollari per oncia per i successivi vent’anni. Il suo valore reale è dunque diminuito del 60% circa a causa del tasso di inflazione.

Sarebbe quindi opportuno ripetere l’esercizio di raffronto tra indici azionari e oro nel periodo ’80-2000, e si noterebbe che il forte rialzo dell’equity di quel periodo sarebbe ulteriormente amplificato da tale comparazione. Esattamente l'opposto di ciò che accade tra il 2000 e oggi.
La conchiglia cauri
L´oro ha valore simbolico tanto quanto la carta. Si calcola infatti che il valore industriale dell’oro sia pari a circa 50 dollari l’oncia, proprio per le sue limitate applicazioni industriali (gioielleria ed elettronica), mentre altri metalli preziosi come il platino o il palladio ne hanno molte di più. E allora perchè l’oro viene percepito dalla maggioranza delle persone come un metallo prezioso? Semplicemente per convenzione! E’ un fatto di cultura. Esattamente come lo era la conchiglia cauri in Africa tra il 1300 e il 1850. La sua lucentezza, la sua rarità, ne facevano un oggetto desiderabile sotto forma di monili, collane, braccialetti, ma totalmente inutile dal punto di vista pratico. Essa (la conchiglia) veniva utilizzata come vera e propria moneta negli scambi commerciali, e aveva anche un rapporto di cambio con l’oro. Sopravvisse fino ai primi del ’900, quando l’occidente, o meglio, gli Stati Uniti, decisero di metterla improvvisamente fuori legge, distruggendo da un giorno all’altro le ricchezze accumulate da tanti mercanti di schiavi (ma non solo), tra i quali Francisco De Souza. Il sogno di tesaurizzare ricchezza attraverso l’accumulazione di pietre e metalli preziosi è vecchio come il mondo, tanto vecchio quanto illusorio. Esso è radicato nella nostra cultura dai miti, dalle fiabe, dalle favole e leggende, che ci vengono raccontate dai nonni fin da quando siamo bambini. Accumulare oro fisico, o qualsiasi altro metallo o pietra preziosa, equivale a riempire di cartamoneta il materasso. Il prezzo dell’oro infatti è soggetto a fluttuazioni di mercato, e quindi può salire, impennarsi, oppure scendere e crollare. E’ salito nei primi anni ’70, si è impennato, poi è sceso ed è crollato negli anni ’80-90. Dal 2000 in poi è tornato a salire, e negli ultimi anni si è impennato nuovamente fino a tornare molto vicino ai picchi di valore “reale” degli anni ’70-’80. Ma questa è la storia di tutte le attività finanziarie e non. Azioni, obbligazioni, monete e materie prime, quadri e opere d’arte, bulbi di tulipano. Oggi il metallo giallo quota attorno ai 1500 dollari l’oncia. Difficile dire se il prezzo sia giunto al capolinea. Una cosa però è certa: il mito dell’oro continuerà fino a che l’uomo non si renderà definitivamente conto di quanto sia scarsa la sua effettiva utilità. E allora il metallo giallo rischierà di sgretolarsi, così come le bellissime conchiglie cauri. (Fine della prima parte)

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